Il piccolo genio newyorkese, capostipite della
nuova generazione anti-folk americana, arriva in Italia per
presentare il nuovissimo disco. Le sonorità di Adam Green
rimandano ad un filone che va da Leonard Cohen ed arriva sino a
Richard Hawley solo che il tutto sembra essere passato per le mani
di Jack Black. Adam Green ha il gusto orchestrale di Randy Newman,
le scelte melodiche di Johnatan Richman dei Modern Lovers e quell'approccio
un pò intellettuale di Joe
Pernice. La voce qui, come ha affermato lo stesso Green "è più da
letto che da music hall". Insomma come se il menestrello non
avesse più bisogno di dimostrare le sue doti vocali. L'album è
stato registrato a NY in mille location diverse: il suo
appartamento, il suo studio di Brooklyn, e una scuola per bambini
autistici a Jersey, gestita dalla moglie del suo storico
produttore e amico Dan Myers. Seppure questo piccolo nuovo album
di Adam Green sia venuto fuori così naturalmente questo non
significa affatto che Adam abbia rinunciato al suo lato
sperimentale e così si spiega l’incursione di un coro gospel di
una chiesa di Brooklin. Una scelta a dir poco improbabile e
bizzarra ma che si inserisce perfettamente tra le mille influenze
che confluiscono in questo nuovo piccolo capolavoro. Ultimo
ingrediente: la partecipazione di David Campbell, arrangiatore di
musicisti come Michael Jackson, Elton John e Beck. Un concerto da
non perdere: il primo maggio al Roma e il 2 maggio a Ravenna.
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